Editoriale di gennaio

«Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace» (Is 52,7).

Secondo l’intuizione di san Paolo VI iniziamo il nuovo anno chiedendo il dono della pace e cercando di incamminarci per le vie che la costruiscono.

Nel messaggio di quest’anno il Papa ci invita ad avere uno sguardo realista sulla situazione, e contemporaneamente indica  e suggerisce una via da percorrere:

“Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione, considerate spese piuttosto che investimenti. Eppure, esse costituiscono i vettori primari di uno sviluppo umano integrale: rendono la persona più libera e responsabile e sono indispensabili per la difesa e la promozione della pace. In altri termini, istruzione ed educazione sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso.

Le spese militari, invece, sono aumentate, superando il livello registrato al termine della “guerra fredda”, e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante.” 

Educazione, dialogo tra le generazioni, e quindi capacità da parte degli adulti di indicare una via, di testimoniare una verità a cui tendere, dare punti fermi cui riferirsi, frequentare luoghi in cui le generazioni si incontrano e condividono esperienze.

Le nostre parrocchie e i nostri oratori sono sempre stati un luoghi evocativi di senso,  laboratori di percorsi  educativi e fucine di vocazioni a servizio della città dell’uomo.

Forse oggi il Papa ci ricorda che dobbiamo essere lievito nella massa, dobbiamo osare di più, essere più generosi e coraggiosi, anche su frontiere che abbiamo un po’ trascurato.

C’è comunque un dono che continuiamo a fare per tutta la società, ed è quello della preghiera visibile, celebrata insieme, dono per tutti.

Così Scrive Luigini Bruni nell’introduzione al un suo libro “L’ anima e la cetra”:

“La preghiera è anche, forse soprattutto, un fatto civile. Quando in una città c’è qualcuno che prega, almeno una persona che ha imparato a pregar e che diventando adulto ha custodito questa abilità (o questa capability direbbe Amartya Sen), è tutta a città che sta meglio, cresce la felicità di tutti, compresa quella di coloro che non hanno mai pregato o che non stimano chi prega.

La preghiera di alcuni è un bene comune; è come e più di una fontana o di una piazza pubblica, di un parco di una scuola, di un teatro.”

Queste parole meritano riflessione…

Il sogno di Dio è la pace per ogni uomo, custodiamo questo dono educando alla preghiera e chiedendo a Lui la forza per percorrere con coraggio i sentieri di Vangelo in questo nuovo anno!

Il Signore ci benedica!

Con Affetto

Don Luca