Questione di prospettiva!!
“Abbiamo un tesoro i vasi di creta” 2 Cor 4,7

7 giugno 1997 – 7 giugno 2022. Vorrei guardare a questo anniversario senza la necessità di fare bilanci, ne numerici né statistici e neppure di “generatività” spirituale come si dice ahimè oggi, suscitando la protesta persino del correttore automatico!
Il motto scelto per l’ordinazione dalla mia classe continua ad accompagnarmi e ad ispirare il mio cammino ricordandomi che il tesoro che abbiamo è il Vangelo e che il fine della vita dei presbiteri è dare carne e condividere il Vangelo, con i propri limiti e i propri talenti, senza manie di protagonismo. Ecco la prospettiva da recuperare, ad ogni anniversario, ad ogni avvicendamento, ad ogni nuova comunità cui il Vescovo ci invia. Una parte considerevole della seconda lettera di Paolo ai Corinzi punta proprio ad aiutare quella comunità a vedere le cose nel modo giusto: non perdete di vista, dice l’apostolo ai suoi cristiani, «lo splendore del glorioso vangelo di Cristo» (4, 4); non lasciatevi fuorviare dalle pochezze, dai malintesi, dalle fragilità e limiti, che pure indubbiamente ci sono. Questa fragilità e ordinarietà vale anche per me, ovviamente, ed è la consapevolezza che cresce di anno in anno.
Con un altro linguaggio, ma in maniera sorprendentemente moderna, il grande poeta e sacerdote Clemente Rebora così scriveva al fratello nel 1926
“ Non so se, mentre l’epoca chiederebbe finalmente dei vittoriosi, sia ancora necessario ci siano dei martiri o semplicemente delle vittime fra tanti vincitori nel male – e se io sia destinato a questa parte di soccombente per permettere più tardi la vittoria, o se anche in questo farò cilecca. Io mi preparo in ogni modo per divenire capace di essere minimo strumento, ma efficace, della legge divina, sapendo che l’incapacità o l’impotenza e l’inutile sforzo insedieranno ogni mio tentativo finché sarò mosso dall’io anziché da Dio. […].
Ecco la prospettiva giusta: non essere mossi dall’io o preoccupati di sé, ma rimanere testimoni, fragili e imperfetti del regno di Dio, tesoro nascosto e seme minuscolo ma potente anche oggi.
Vorrei ricordarmi sempre delle parole di san Paolo, scritte nel primo capitolo della stessa seconda lettera ai Corinzi : “ Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi” e vivere così il mio ministero
Vorrei infine chiedervi di pregare per me con questa preghiera di don Luigi Serenthà, scelta con slancio giovanile per l’Ordinazione presbiterale, che rimane sempre vera, ma con densità differente a seconda del passare del tempo:
Signore Gesù,
non ho altri che te
nella mia vita.
Quando troverò
un qualcosa
che mi aiuta,
te ne sarò immensamente grato;
però Signore,
quand’anche io fossi solo,
quand’anche non ci fosse nulla
che mi dà una mano,
non ci fosse neanche
un fratello di fede
che mi sostiene,
Tu, o Signore, mi basti,
con Te ricomincio da capo.
Tu mi basti, Signore:
il mio cuore,
il mio corpo, la mia vita,
nel suo normale modo di vestire,
di alimentarsi, di desiderare
è tutta orientata a Te.
Io vivo nella semplicità
e nella povertà di cuore;
non ho una famiglia mia,
perché Tu sei la mia casa,
la mia dimora, il mio vestito,
il mio cibo,
Tu sei il mio desiderio.
Con affetto e gratitudine
Don Luca